sabato 23 febbraio 2008

Quando i fiumi si prosciugano... gli ingegneri rovesciano cemento (2)

Tratto da:
Fred Pearce, Un Pianeta Senz'Acqua
Il Saggiatore, © 2006




La moderna ingegneria idraulica nacque con la diga di Hoover costruita dal BuRec, la prima superdiga del mondo. Questo gigante lungo 220 metri, che attraversa il Boulder Canyon sul fiume Colorado, fu completato nel 1935. Era più alto di un edificio di 6 piani, più grande della piramide di Cheope in Egitto, e aveva richiesto una quantità di cemento sufficiente ad asfaltare un'autostrada da San Francisco a New York. Alle sue spalle si trova il Lake Mead, che poteva contenere più del doppio del volume totale che fluisce in un anno. Affermò in seguito Francis Crowe, supervisore del progetto per il BuRec: <<Ero entusiasta all'idea di costruire la diga, era la più grande del mondo, non aveva precedenti>>. Questo non era certo il linguaggio tecnico, ma forse era l'espressione più sincera delle vere cause che spinsero alla costruzione di dighe sul Colorado e nel resto del mondo.




Il cemento bianco della diga divenne un simbolo delle grandi opere pubbliche volute dal New Deal di Franklin Delano Roosevelt, oltre che di un'ambizione più generale di modificare il paesaggio. Il progetto fu presto seguito da un altro talismano di questo genere, cioè la diga di Grand Coulee sul fiume Columbia. Queste dighe annunciarono il mondo del dopoguerra e divennero simboli di modernità, di sviluppo economico e del controllo dell'uomo sulla natura. Anche la Russia voleva la sua diga di Hoover, così come l'Egitto, il Giappone, la Cina e l'India; le dighe si diffusero in America Latina, e gli inglesi ne costruirono alcune nelle loro colonie, come regalo d'addio prima dell'indipendenza. Nessuna Nazione, a quanto pareva, poteva fare a meno di una diga.


<<Se si eccettua il riscaldamento globale, non esiste un'alterazione prodotta dall'uomo che abbia modificato così drasticamente il paesaggio negli ultimi 50 anni come la costruzione di dighe, la regolazione e la deviazione delle acque dei fiumi>> disse Beard ai manifestanti giapponesi. Non si vantava, si stava scusando: <<Coloro i quali hanno promosso la costruzione delle dighe non sono stati onesti sui loro costi ed i loro benefici. La verità è che questa gente direbbe qualsiasi cosa pur di far approvare un progetto>>. Le decisioni di costruire erano <<politiche, e andavano a beneficio esclusivo di alcuni politici o dei loro finanziatori, invece di risolvere dei problemi. Nella nostra esperienza al BuRec, i costi effettivi di una diga di solito superavano del 50% i preventivi iniziali. E il contributo reale all'economia nazionale garantito da queste opere era modesto in confronto ai possibili utilizzi alternativi dei fondi pubblici stanziati per realizzarle. Oggi spendiamo miliardi di dollari per correggere i loro effetti indesiderati, come la perdita di zone di pesca, la salinizzazione dei terreni a valle degli sbarramenti e l'inaridimento delle paludi>>. Secondo Beard, i fiumi in America valgono di più come risorse per la pesca e per il turismo che per l'acqua con cui vengono riempiti gli invasi.


Come Beard, gli ambientalisti attuali hanno iniziato a considerare le grandi dighe come fattori di distruzione ambientale. Ma non sempre è stato così. Per molti anni, i Verdi in Nordamerica ed in Europa hanno appoggiato i costruttori. Come oggi l'energia eolica, quella idroelettrica era un tempo considerata pulita e poco costosa. In Europa, la preoccupazione che le dighe potessero interferire con il corso di fiumi quali il Danubio, il Reno ed il Rodano era temperata dal timore che l'alternativa fosse rappresentata dall'inquinamento delle centrali alimentate a combustibile fossile.

In effetti le dighe producono un'enorme quantità di energia elettrica. Più di 60 Paesi ricavano dalle dighe oltre la metà della loro energia. Una diga a Itaipu, sul fiume Paranà, tra Brasile e Paraguay, genera 12600 megawatt, l'equivalente di una decina di centrali convenzionali a combustibile fossile. Tale diga rifornisce San Paolo e Rio de Janeiro, due megalopoli tra le più grandi al mondo. La diga cinese delle Tre Gole, sullo Yangtze Kiang, ne produrrà ancora di più. Molte dighe moderne svolgono una funzione duplice o triplice, fornendo anche acqua per l'irrigazione e per le città, e a volte viene loro attribuita anche la capacità di prevenire inondazioni. (continua)

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