martedì 26 febbraio 2008

Appunti di viaggio

Il viaggio:

Domenica 27 Aprile 2008
Lamezia Terme > Koln/Bonn (AIRBERLIN)

Lunedì 5 Maggio 2008
Koln/Bonn > Catania (TUIfly)


Obiettivi:

Germania e Paesi Bassi.



Le 3 cose da non perdere:


1. Stazione di pompaggio di Wouda, Paesi Bassi



La più grande stazione di pompaggio con motori a vapore del mondo. Il 7 ottobre 1920 la regina Guglielmina inaugurò la stazione che aveva il compito di pompare all'esterno l'acqua in esubero presente nella Frisia. Nel 1967, dopo aver funzionato a carbone per 47 anni, le cisterne vennero modificate per poter utilizzare il petrolio. Dal 1998 l'ir. D.F. Woudagemaal fa parte dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Questo monumento dell'idraulica si trova a Lemmer, nella parte sud-ovest della Frisia.


















2. Duomo di Koln (Colonia)




Il nome ufficiale è chiesa dei Santi Pietro e Maria (in tedesco Hohe Domkirche St. Peter und Maria), con i suoi 157 metri di altezza è la seconda chiesa più alta della Germania (dopo il Duomo di Ulma, completato nel 1890) e la terza più alta al mondo. Dal 1880 al 1888 questa cattedrale è stata l'edificio più alto del mondo. È inoltre la maggiore attrattiva turistica della Germania: nel 2004 è stata visitata da circa 6 milioni di persone.










3. Koninginnedag 2008 (Festa della Regina 2008)





E' la festa del compleanno della Regina Beatrice (30 Aprile), ma è nota nel mondo ancora di più per il vrijmarkt e per l' oranjegekte. Il primo è un mercato speciale (vrijmarkt = mercato libero) messo in atto dagli stessi cittadini olandesi, che per quel giorno particolare non pagano tasse per ciò che vendono: vestiti autoconfezionati, disegni, biciclette, dolci, cappelli e una marea di altre cose sono esposte lungo le strade e su miriadi di tavolini, e c'è da dire che sulla loro vendita il governo non intasca, appunto, nemmeno 1 singolo euro. L'oranjegekte è il colpo d'occhio offerto dai festosi cittadini: ovunque si vedono tizi vestiti di arancione (ve lo siete mai chiesti il perchè di questo colore ? E' dovuto al fatto che la famiglia reale olandese è nota anche come Casa di Orange), donne e uomini che coi loro vestiti allegorizzano sulla regina, donne vestite normalmente e anche donne poco vestite, se il tempo è buono (stiamo parlando di un Paese talmente liberale da oltrepassare, certe volte, alcune regole non scritte in vigore da noi, che di liberale abbiamo ben poco)... E volete sapere un'altra cosa ? Per questo singolo giorno di festa nazionale, il governo concede 2 settimane di libertà ai propri dipendenti...







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Il mio quartier generale sarà la cittadina di Vaals, nel Limburgo




Auguratemi buon viaggio !!

sabato 23 febbraio 2008

Quando i fiumi si prosciugano... gli ingegneri rovesciano cemento (3)

Tratto da:
Fred Pearce, Un Pianeta Senz'Acqua
Il Saggiatore, © 2006






Le grandi dighe (compresa quella delle Tre Gole - nota come Three Gorges Dam - sullo Yangtze Kiang, cui si riferiscono tutte le immagini di questo post) oggi contengono fino a 7000 km cubi d'acqua. La maggior parte dei grandi sistemi fluviali del mondo, tra cui Yangtze Kiang, Rio delle Amazzoni, Orinoco, Gange, Brahmaputra, Zambesi, Amur, Jenisej e Indo, ospita dighe. I fiumi non ancora regolati scorrono nella tundra artica e nelle foreste dell'estremo nord. In fiumi come il Colorado, il Volta o il Nilo, le dighe riescono a immagazzinare il doppio o il triplo del volume che annualmente transita in alveo. I loro effetti idrologici, ecologici e sociali sono immensi: basti pensare che, fino agli anni '90, meno della metà delle dighe possedeva il documento di valutazione d'impatto ambientale prima dell'inizio dei lavori. E meno ancora avevano il consenso della gente, spesso costretta a trasferirsi per via della loro costruzione.









Da pochi anni si è cominciato a valutare seriamente se i benefici di uno sbarramento superino, negli effetti, le controindicazioni ecologiche, sociali ed economiche. Un fattore decisivo di questo cambio di atteggiamento è stato la Banca Mondiale. Si calcola che nella seconda metà del XX° secolo la banca abbia speso 75 miliardi di dollari per costruire dighe in 92 Paesi. Ma alla fine degli anni '80 le analisi del rapporto costi-benefici misero in discussione la convenienza di questi investimenti. Si registravano enormi aumenti dei costi rispetto ai preventivi, episodi di corruzione per miliardi di dollari, progetti inadeguati ed errori di natura idrologica che lasciavano vuoti gli invasi, turbine mai collegate alla rete nazionale e progetti d'irrigazione mai completati. Inoltre, si aggiunga che almeno 10 milioni di persone, all'inizio degli anni '80, erano già state costrette a trasferirsi. Sotto la pressione di un coro crescente di oppositori, la Banca ritirò i propri finanziamenti per una diga da realizzarsi sul fiume Narmada, in India. Non sapendo come procedere, la stessa Banca istituì una commissione mondiale sulle dighe (World Commission on Dams, WCD >> http://www.dams.org/), cui fu assegnato il compito di esaminare pregi e difetti degli sbarramenti più imponenti, al fine di stabilire alcune regole in base alle quali valutare l'efficienza di una diga.




Il rapporto conclusivo della WCD (http://www.dams.org/report/) fu presentato a Londra nel 2000, con grande pubblicità, sotto lo sguardo benevolo di Nelson Mandela e quello più rigido di James Wolfensohn, direttore della Banca Mondiale. Era ancora più critico verso le dighe di quanto ci si aspettasse: la maggior parte degli sbarramenti considerati non manteneva le promesse. In media, i costi finali superavano quelli preventivati di un abbondante 56%. Metà delle dighe a scopo idroelettrico produceva meno energia del previsto; il 66% delle dighe costruite per fornire acqua alle città ne distribuivano meno di quanto preventivato in sede progettuale (il 15% del totale, addirittura, forniva meno della metà del volume indicato dagli opuscoli informativi distribuiti per accattivarsi la futura utenza). E le dighe a scopo irriguo non andavano certo meglio: un quarto di esse irrigava meno del 35% della superficie prevista. Persino le dighe edificate per prevenire le inondazioni avevano aumentato la vulnerabilità agli eventi di piena delle comunità limitrofe, poichè i loro serbatoi venivano riempiti fino al livello di massimo invaso, al fine di aumentare la produzione di energia idroelettrica.


La commissione, inoltre, scoprì che almeno 80 milioni di abitanti delle campagne avevano, in tutto il mondo, perso le loro case, la loro terra e, di conseguenza, i loro mezzi di sostentamento. La diga di Akosombo sul fiume Volta, nel Ghana, aveva ad esempio provocato l'evacuazione di 80000 persone; quella più famosa di Assuan, in Egitto, aveva costretto al trasferimento circa 120000 persone, oltre a obbligare il governo a sobbarcarsi delle enormi spese per spostare i templi di Abu Simbel, che rischiavano di rimanere sommersi per via dell'innalzamento (di circa 62 metri) del livello del tirante in alveo. La lista degli spostamenti si protrarrebbe ancora a lungo, ma occorre fermarsi un attimo per capire che il problema è il seguente: per che cosa viene fatto tutto questo ? E' stato calcolato che la diga di Assuan, ad esempio, genera appena 5 kilowatt per ogni ettaro di terreno inondato, mentre quella di Akosombo scende fino a 0,9 kilowatt. Per non parlare dell'invaso di Brokopondo, nel Suriname: a regime siamo sui 0,2 kilowatt. Niente di più che una miseria.

La distruzione ecologica causata dalle dighe è stata oltremodo vasta. La commissione ha scoperto anche che, lungi dal rendere verde il deserto come promesso, molte dighe ne hanno favorito l'avanzata, prosciugando zone paludose e umide e rendendo i terreni sterili per via delle infiltrazioni saline. Il 25% dei terreni irrigati nel mondo, per lo più grazie alle dighe, è stato danneggiato dal sale. Intanto, l'accumulo di limo all'interno degli invasi ha diminuito di circa il 50% la capacità di un decimo delle dighe più datate. Bloccando il deflusso di limo lungo i fiumi, le dighe hanno ridotto la fertilità delle pianure alluvionali e provocato immancabilmente l'erosione delle sponde dei corsi d'acqua, dei delta che si allargano verso il mare e anche di alcuni tratti costieri più distanti. A causa delle dighe, le lagune costiere lungo il litorale dell'Africa Occidentale stanno scomparendo. Il crudele meccanismo causa-effetto ha appena iniziato a girare contro di noi... (fine)

Quando i fiumi si prosciugano... gli ingegneri rovesciano cemento (2)

Tratto da:
Fred Pearce, Un Pianeta Senz'Acqua
Il Saggiatore, © 2006




La moderna ingegneria idraulica nacque con la diga di Hoover costruita dal BuRec, la prima superdiga del mondo. Questo gigante lungo 220 metri, che attraversa il Boulder Canyon sul fiume Colorado, fu completato nel 1935. Era più alto di un edificio di 6 piani, più grande della piramide di Cheope in Egitto, e aveva richiesto una quantità di cemento sufficiente ad asfaltare un'autostrada da San Francisco a New York. Alle sue spalle si trova il Lake Mead, che poteva contenere più del doppio del volume totale che fluisce in un anno. Affermò in seguito Francis Crowe, supervisore del progetto per il BuRec: <<Ero entusiasta all'idea di costruire la diga, era la più grande del mondo, non aveva precedenti>>. Questo non era certo il linguaggio tecnico, ma forse era l'espressione più sincera delle vere cause che spinsero alla costruzione di dighe sul Colorado e nel resto del mondo.




Il cemento bianco della diga divenne un simbolo delle grandi opere pubbliche volute dal New Deal di Franklin Delano Roosevelt, oltre che di un'ambizione più generale di modificare il paesaggio. Il progetto fu presto seguito da un altro talismano di questo genere, cioè la diga di Grand Coulee sul fiume Columbia. Queste dighe annunciarono il mondo del dopoguerra e divennero simboli di modernità, di sviluppo economico e del controllo dell'uomo sulla natura. Anche la Russia voleva la sua diga di Hoover, così come l'Egitto, il Giappone, la Cina e l'India; le dighe si diffusero in America Latina, e gli inglesi ne costruirono alcune nelle loro colonie, come regalo d'addio prima dell'indipendenza. Nessuna Nazione, a quanto pareva, poteva fare a meno di una diga.


<<Se si eccettua il riscaldamento globale, non esiste un'alterazione prodotta dall'uomo che abbia modificato così drasticamente il paesaggio negli ultimi 50 anni come la costruzione di dighe, la regolazione e la deviazione delle acque dei fiumi>> disse Beard ai manifestanti giapponesi. Non si vantava, si stava scusando: <<Coloro i quali hanno promosso la costruzione delle dighe non sono stati onesti sui loro costi ed i loro benefici. La verità è che questa gente direbbe qualsiasi cosa pur di far approvare un progetto>>. Le decisioni di costruire erano <<politiche, e andavano a beneficio esclusivo di alcuni politici o dei loro finanziatori, invece di risolvere dei problemi. Nella nostra esperienza al BuRec, i costi effettivi di una diga di solito superavano del 50% i preventivi iniziali. E il contributo reale all'economia nazionale garantito da queste opere era modesto in confronto ai possibili utilizzi alternativi dei fondi pubblici stanziati per realizzarle. Oggi spendiamo miliardi di dollari per correggere i loro effetti indesiderati, come la perdita di zone di pesca, la salinizzazione dei terreni a valle degli sbarramenti e l'inaridimento delle paludi>>. Secondo Beard, i fiumi in America valgono di più come risorse per la pesca e per il turismo che per l'acqua con cui vengono riempiti gli invasi.


Come Beard, gli ambientalisti attuali hanno iniziato a considerare le grandi dighe come fattori di distruzione ambientale. Ma non sempre è stato così. Per molti anni, i Verdi in Nordamerica ed in Europa hanno appoggiato i costruttori. Come oggi l'energia eolica, quella idroelettrica era un tempo considerata pulita e poco costosa. In Europa, la preoccupazione che le dighe potessero interferire con il corso di fiumi quali il Danubio, il Reno ed il Rodano era temperata dal timore che l'alternativa fosse rappresentata dall'inquinamento delle centrali alimentate a combustibile fossile.

In effetti le dighe producono un'enorme quantità di energia elettrica. Più di 60 Paesi ricavano dalle dighe oltre la metà della loro energia. Una diga a Itaipu, sul fiume Paranà, tra Brasile e Paraguay, genera 12600 megawatt, l'equivalente di una decina di centrali convenzionali a combustibile fossile. Tale diga rifornisce San Paolo e Rio de Janeiro, due megalopoli tra le più grandi al mondo. La diga cinese delle Tre Gole, sullo Yangtze Kiang, ne produrrà ancora di più. Molte dighe moderne svolgono una funzione duplice o triplice, fornendo anche acqua per l'irrigazione e per le città, e a volte viene loro attribuita anche la capacità di prevenire inondazioni. (continua)

Quando i fiumi si prosciugano... gli ingegneri rovesciano cemento (1)

Tratto da:

Fred Pearce, Un Pianeta Senz'Acqua

Il Saggiatore, © 2006

Faceva un'impressione piuttosto sconcertante. Daniel Beard (a lato), da poco ritiratosi dalla carica di commissario del Bureau Of Reclamation (BuRec), l'agenzia governativa americana che ha costruito più dighe di chiunque altro sul pianeta, indossava una t-shirt, e percorreva ad ampie falcate le strade di Nagaragawa, nel Giappone meridionale, alla testa di mille contestatori. Urlava: <<Basta con le dighe !>>.
La manifestazione era diretta verso lo sbarramento di cemento da poco completato sull'estuario del fiume Nagara. La storia del progetto era piuttosto insolita. Costato 1,7 miliardi di dollari, era stato ideato per rifornire d'acqua la città. Quando fu chiaro che il bisogno d'acqua non era così impellente, si trasformò in un progetto per prevenire le inondazioni. La vicenda lasciava trasparire il desiderio, apparentemente insaziabile, dei giapponesi di dar lavoro all'industria edilizia anche quando le costruzioni non sono necessarie. Beard non aveva dubbi sul fatto che lo sbarramento non avrebbe dovuto essere costruito. <<E' una delle dighe più orribili che abbia mai visto, e ne ho viste parecchie !>> annunciò agli altri manifestanti con un megafono gracchiante. <<Fornirà acqua di cui nessuno ha bisogno, probabilmente distruggerà un vivaio di salmoni su questo fiume meraviglioso e potrebbe aumentare il rischio di inondazioni !>>



La conversione pubblica di Beard alla causa antidighe era iniziata nel 1995. All'epoca era ancora in carica al BuRec, e presenziava in Sudafrica ad un incontro della Commissione Internazionale per le grandi dighe (ICOLD), un'associazione che riunisce i principali costruttori di dighe del pianeta. Un bel mattino, dichiarò agli attoniti membri dell'associazione <<L'epoca della costruzione di dighe negli Stati Uniti è finita>>. Che eresia. L'agenzia che aveva costruito la diga di Hoover sul fiume Colorado (foto a colori) e la Grand Coulee sul fiume Columbia (foto in bianco e nero), rispettivamente il maggior fornitore d'acqua ed il quinto produttore di energia idroelettrica degli Stati Uniti, che aveva gettato colate di cemento, pietre e terra su migliaia di fiumi, aveva smesso per sempre di costruire. Basta con le dighe.

Ma in Giappone, un Paese che ha dighe praticamente su ogni fiume, Beard si spinse oltre, fino a condannare un'industria globale in cui la sua agenzia aveva svolto un ruolo chiave. Si era schierato al fianco dei manifestanti giapponesi contrari allo sbarramento sul Nagara; si era schierato al fianco di Phil Williams, allora presidente dell'International Rivers Network, un arcinemico del BuRec, convinto che ogni diga sia un male; si era schierato al fianco di Dai Qing, ex ingegnere missilistica della Cina comunista, divenuta poi la più nota e coraggiosa avversaria della costruzioni di dighe nel suo Paese. Era, disse, fiero di manifestare insieme a coloro che in tutto il mondo contestavano le dighe. Inganno ? Illuminazione ? Le dighe hanno sempre suscitato passioni intense. Per usare una frase fatta, o si è con loro o si è contro di loro. (continua)

martedì 12 febbraio 2008

La storia di Marco




Voglio raccontarvi la storia di Marco.





Mentre è su un















si gira e vede una















Quasi se ne innamora, e pensa a quanto sarebbe emozionante un










Lei è seduta sull'altro lato dell'autobus,



ma Marco è troppo timido per sedersi vicino a lei.



Allora prende un











e le scrive una poesia:







Se potessi averti vicino,




Ti direi che sto pensando a te.




Se potessi guardarti,




Scoprirei di te ancora molte cose.




Se potessi parlarti,




Non sprecherei il mio fiato,




Perchè sfiorerei le tue labbra,




Se solo fossi accontentato.








Poi Marco si addormenta, e lascia il foglio accanto a sè.




Al suo risveglio, la ragazza non c'è più.




Là, dove sedeva lei, c'è un foglio, con su riportato:





Grazie.


Mi hai fatta sentire importante...


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FATE LE VOSTRE CONSIDERAZIONI...


E BUON SAN VALENTINO !!




PS:::


Venerdì 15 Febbraio è la GIORNATA DEL RISPARMIO ENERGETICO.


Se volete continuare a vivere in un mondo dove poter dire alle vostre donne "Ti amo", fate come me: per un giorno, spegnete tutti i computer !!


http://www.radio.rai.it/radio2/caterueb2006/millumino/index.cfm

lunedì 11 febbraio 2008

Nella Costa Degli Dei: cronache di un viaggio all'inferno


11.08.2007




Mentre compio il mio viaggio solitario, la lotta che si svolge nella mia mente per la prevalenza tra le diverse forme pensanti si restringe gradualmente a due partecipanti: da una parte lo stupore per la meraviglia dei luoghi che osservo, dall’altra lo shock per lo stato d’incuria cui essi sono relegati.
Il treno che mi accompagna comincia il suo viaggio dalla stazione ferroviaria di Joppolo, un piccolo centro abitato posto vicino al confine tra le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria, in prossimità dello strapiombo noto col nome di Petto Della Torre. Quando mi avvicino al finestrino e guardo giù dal dirupo, verso quell’azzurro mare che si trova circa 400 metri più in basso, avverto una strana sensazione, come se su quel treno dovessi essere l’ascoltatore prescelto di un indefinito narratore, che racconta cento storie opposte, antitetiche, tutte nel breve spazio di pochi chilometri.


Tuttavia, per quanto tali storie siano differenti tra loro, esiste qualcosa che le accomuna, e che in esse si ripete: si tratta del brusco risveglio che la triste realtà di alcuni luoghi mi riserva, giusto un istante dopo avermi mostrato le sue sembianze migliori.

Contrariamente a quanto si potrebbe credere, non si tratta di uno sfortunato set di reazioni che giocano a rincorrersi, ma si tratta della forma reale di un’empirica legge di compensazione che può essere espressa nei seguenti termini: ciò che la bellezza da, l’incuria toglie.
E’ attraverso l’applicazione di questa legge che mi rendo conto di come le spiagge di Capo Vaticano, la cui vista regala, specialmente durante la morente estate, sensazioni superbamente oniriche, siano intervallate tra loro da cumuli di rifiuti di ogni genere, da costruzioni pericolanti e presumibilmente abusive, esteticamente trascurate, da tratti stradali spesso impraticabili e decisamente inadeguati al volume di traffico che ci si aspetterebbe in un luogo di villeggiatura.
Al mio occhio non sfugge di notare come le spiaggette vogliano addirittura nascondersi agli occhi dei visitatori, quasi come se volessero sottrarsi all’impietoso confronto con quanto di estraneo compare nelle loro vicinanze, quasi come se la loro giustificata vanità non volesse scendere a compromessi con il mondo degli orrori.
Quando il treno mi accompagna ad osservare le spiagge dall’alto, mi accorgo che se i bagnanti avessero bisogno di un qualsiasi elettrodomestico, non dovrebbero sottrarsi ai raggi del sole anzitempo tornando in casa, ma gli sarebbe sufficiente voltare lo sguardo dalla parte opposta per trovarne in abbondanza, gratuitamente e di maleodoranti.
Giro lo sguardo verso il ciglio della strada, e mi rendo conto di avere davanti ai miei occhi l’esempio inequivocabile di come il mondo degli orrori possa soffocare la bellezza dei luoghi.
Appena il treno si ferma alla stazione di Santa Domenica di Ricadi, proprio come è accaduto in quelle precedenti e come forse accadrà in quelle successive, inizio a pensare di avere oltrepassato i confini tra il mondo reale, nel quale ad ogni aspetto negativo fa fronte un aspetto positivo, ed il mondo degli orrori, nel quale al peggio non c’è mai fine, e dove tutto quanto è al crepuscolo.

Benché la carta geografica mi dica di trovarmi discretamente lontano da New York, mi rendo conto che ciò che vedo sulla parete della stazione, quella rivolta verso i binari, sarebbe in tono con ciò che lo circonda solo se la carta mi dicesse di trovarmi nei peggiori quartieri della Grande Mela.
Rivolgo lo sguardo verso il marciapiede e penso che un tale stato di incuria sarebbe giustificabile soltanto nel caso in cui un giorno, per motivi dalle sembianze apocalittiche, l’Italia si svuotasse e tutti i suoi abitanti partissero per sempre.
Prima di ripartire mi accorgo che il murales che copre la parete della stazione rivolta verso i binari arriva a sovrapporsi addirittura, in maniera grottesca, alla tabella che reca in calce il nome della stazione, e mi rallegro del fatto che mi sia impedito di leggere, su quella stessa tabella, di quale dantesco girone infernale io stesso sia ospite.
La stessa sensazione si ripresenta quando, oltrepassata la desolante stazione di Tropea, a comparire sulla tabella a sfondo azzurro è la parola Zambrone, località nota per la presenza dell’Aquapark, un importante complesso turistico.

Il viaggio giunge al termine quando lascio il mio posto a sedere sul treno ed abbandono il convoglio; di fronte a me, nascosta tra gli inequivocabili segni del degrado moderno, c’è la tabella con su scritto Pizzo Calabro.
Uscendo dalla stazione e compiendo i primi passi tutt’intorno, mi rendo conto del fatto che da queste parti si respira un’aria insolita, che ha l’acre odore di una malriuscita commistione tra il vecchio ed il nuovo. Questa cittadina, non lo si scopre certo adesso, ha un passato molto più glorioso di quanto possano esserlo il suo presente ed il suo futuro messi assieme: a cavallo tra il XVIII° ed il XIX° secolo, quella che oggi è una piccola spiaggetta ai piedi del castello costituiva il secondo più importante punto d’attracco del Regno delle Due Sicilie; quella che oggi è occupata da immondizie varie e da malconce barchette di pescatori, riusciva ad ospitare, prima che l’erosione costiera ne riducesse le dimensioni e l’importanza, imponenti navi trialbero.
Non posso poi dimenticare la presenza del castello, anch’esso tenuto al massimo del suo splendore dai Borbone, le mura del quale, il 13 ottobre 1815, assistettero agli ultimi attimi di vita di un fuggiasco Joachim Murat, cognato di Napoleone Bonaparte.


Mentre faccio ritorno verso casa mi chiedo, con molta preoccupazione e con la convinzione di chi, volendo ammirare un paesaggio, si è perfino trovato ad averne pietà, se mai il mondo degli orrori possa condizionare la magnificenza dei luoghi a tal punto da farla sminuire. La mia unica sicurezza è che, anche lasciando i luoghi al crepuscolo, essi non potranno mai cessare di meravigliare per la loro offuscata bellezza.























lunedì 4 febbraio 2008

Questa pazza, pazza America !!







SuperBowl XLII.





Hi everybody !!





Voglio raccontarvi perchè l'America diventa un manicomio ogni anno, a cavallo tra Gennaio e Febbraio. La colpa è tutta di questo strano mostro chiamato SuperBowl. In linguaggio potabile significa SuperPallaOvale (Bowl = Palla Ovale), ed è la finale del campionato di football americano (NFL). Non vi preoccupate se non ne conoscete le regole (http://it.wikipedia.org/wiki/Football_americano), perchè mezzo mondo fa fatica a capirle, ma nonostante questo, invece di lasciar perdere, si collega veemente ogni anno. Ieri sera, infatti, c'erano collegati oltre 40 Paesi, per oltre un miliardo (potenziale) di spettatori. Dico potenziale perchè, a parte gli USA, per noi malcapitati di oltre oceano (e per molti altri) la partita andava in onda ad orari improponibili, e quindi molta gente ha gettato la spugna nel corso della gara, tornandosene a letto. Non il quì presente pazzo schizofrenico, il quale è rimasto, con gli occhi sbarrati a forza di tazzine di caffè, davanti alla TV da mezzanotte alle quattro del mattino !! E sappiate che sono pure sotto esami !!








Cosa c'era da vedere ?







Preparatevi perchè potrà sembrarvi triste. Ad una povera malcapitata, tale Jordin Sparks, vincitrice di un concorso o non so che, è toccato cantare - anzi, straziare - l'inno prima della partita... E già quì il critico rompiballe che sono io si ribella. Ma come cazzo si fa ? Avete mandato a cantare Mariah Carey, e il pubblico si è sganasciato perchè l'ha vista cadere mentre saliva sul palco. Avete mandato Janet Jackson (a lato, con Justin Timberlake, in quello che in America hanno chiamato boob job), e quando le si è scoperta una tetta in mondovisione, gli spettatori ultra ottantenni si sono ringalluzziti al punto da far perdere quote di mercato all'azienda che produce il Viagra. Ieri sera, invece, con la scusa che la ragazza è figlia di un ex-campione di football, avete spedito una poverina a fare una così magra figura da provocare un picco di suicidi persino tra gli stambecchi delle foreste del Cile...


E che dire di Gisele Bundchen ? Ieri sera c'era anche lei al University of Phoenix Stadium (che vedete quì sopra nella foto) di Glendale, Arizona, per la partita. Ora che si è fidanzata col giocatore più trendy del momento, tale Tom Brady (che ieri sera, tra l'altro, se n'è tornato a casa con un leggero occhio pesto e con le pive nel sacco - scusa, Tom, ma quando si perde può succedere...), si perde il Carnevale di Rio per andarsi a vedere dei tori che si prendono a cornate davanti a migliaia di cotolette di pollo e boccali di birra ? Ma dove siamo, in America ? Appunto, dicevo...






Il fatto tecnico...




In tutto questo can-can, avrete capito che della partita, in effetti, fregava quasi niente a nessuno. Tranne che a me, che è un annetto che mi danno per cercare di capire le regole di questo maledetto sport ! In due parole, ecco quel che ho capito finora (e sappiate che l'esperienza di ieri sera non fa affatto testo...:) ): ci sono due squadre da circa 65 giocatori ciascuna (!), alcuni dei quali ingurgitano qualcosa come 10.000 calorie al giorno (!!) solo perchè il loro ruolo è buttare giù quelli che vogliono buttare giù quello che non si deve buttare giù, cioè il regista della squadra, che si chiama quarterback. In campo si va 11 contro 11: 22 tori scatenati che non fanno altro che darsele di santa ragione per 4 periodi di 15 minuti l'uno. Ci sono 9 arbitri, uno staff di 17 allenatori per squadra (!!!) e 30 palloni ovali a disposizione di ogni squadra per ogni partita (certo, lo fanno perchè se qualcuno di quei bestioni c'ha fame... si mangia un pallone !!). Non oso pensare a come organizzino le trasferte: tra giocatori, staff e dirigenza, ogni volta si muovono circa 100 persone, con annessi i 30 palloni presentati prima, 600 kg di attrezzatura sportiva e 1500 polli per sfamare le belve inferocite. Ma perchè la Marina non gli affitta una portaerei ?






Ed è finita che...




...per 17-14 hanno vinto quelli scalcagnati, sui quali, vi giuro, certe agenzie di scommesse ad un certo punto rifiutavano persino di piazzare delle giocate !! Gli scalcagnati all'anagrafe sono i New York Giants, che non vincevano dal 1990. Di fronte non avevano solo la più forte squadra di sempre del football americano (anche se io non ci credo...), ma pure il commento di Antonio Albanese: "Ntu culu ai Giants !"... Scherzi a parte, i cazzutissimi imbattibili avversari, i New England Patriots, avevano vinto, fino a ieri sera, solo e soltanto tutte e 18 le partite giocate in questa stagione !! Roba da antologia, roba che neanche Luciano Moggi sarebbe riuscito ad organizzare coi suoi intrallazzi... Questi Patriots, però, che cavolo fanno ? A un passo dalla storia, l'unica partita che mi vanno a perdere è quella più importante, mettendolo in quel posto a tutti quelli che credevano che "Boston quest'anno si mangia il mondo !!". Non capite ? E dai che vi spiego !! 1) I Patriots sono di Boston, anche se il nomignolo è New England; 2) Boston ha 4 squadre professionistiche, una per ogni lega professionistica degli sport USA; 3) Nel baseball i campioni sono i Boston Red Sox, nell'hockey i Boston Bruins sono seri candidati al titolo, mentre nel basket i Boston Celtics si stanno mangiando tutto e tutti... 4) Capito l'inculata ? Se va a finire come tutti pensano, quest'anno a Boston arrivano 3 titoli su 4. Ed a quel punto la colpa di chi è ? Ma dei Patriots, che, come dei veri polli, ieri sera hanno steccato proprio la partita tra i cactus del deserto...



La promessa/invito

Visto che avete capito che il SuperBowl è più che altro (splendido e coloratissimo) corollario, verreste con me l'anno prossimo al sole di Tampa, Florida ? Vi prometto sole, caldo e... il solito gran casino !!









A presto,

Tonnellotto





PS::: per saperne di più >> http://www.playitusa.com/articolo.php?id=7232