sabato 23 maggio 2009

Where The Wild Things Are

- "Dobbiamo stare attenti, soprattutto a noi stessi."
Gli stringo la mano e saluto in maniera quasi incontrollata, e mi allontano nel buio della sera, illuminando la mia strada con le solite scintille di pensiero che mi caratterizzano. Solo un paio di passi, e nella mia mente nasce la convinzione di aver compreso il perchè del mio disamore verso questo genere di occasioni.
Non chiedete alla vita di essere più rude di quel che già è, e soprattutto non pensate mai che da soli ce la si possa fare. Le persone a cui lo dico non mi ascoltano mai, forse perchè non grido abbastanza, o forse perchè si tratta di concetti che sfuggono con troppa facilità. Stasera ne ho avuta l'ennesima riprova.
La strada è breve, ma non abbastanza per impedirmi di concludere che si fa davvero in fretta ad incontrare - o, peggio, a trasformarvisi - dei pescecani, e che la cosa è alquanto grottesca, poichè questa piscina, questo acquario, o questa mefitica latrina, per essere più realista e pittoresco, non ne ha davvero bisogno. Sono un pesce senza toppe sugli occhi, oppure le mie sono più sottili di quelle degli altri ?
Giro la chiave nella toppa, pensando che in fondo l'essermene andato via prima non voglia dire che non avessi a cuore il motivo per il quale mi ero presentato. In realtà ero là anche per capire fino a che punto tutti quanti navigano nella stessa direzione quando le acque si fanno agitate.
Chiudo la porta dietro di me, disgustato. In un momento in cui nessuno lo fa più, ancora credo che parlare con le persone, aiutarle e farsi aiutare siano gli unici modi per non soccombere nell'acqua di questa latrina.
Apro la finestra della mia stanza e spengo la luce. Rimango sveglio, con gli occhi aperti puntati verso l'esterno. Ho voglia di acqua e di aria pulita.